Annales Monégasques
Rivista di storia di Monaco
UNA “NOBILTÀ MODERNA”. ALBERT I DI MONACO ALL'ACCADEMIA DELLE SCIENZE
Il percorso scientifico proprio al Principe Albert Ier di Monaco inizia a metà degli anni ‘80 del 1800, esattamente nel momento in cui l’amico Paul Regnard lo introduce nella cerchia culturale parigina, di cui l’Accademia delle scienze di Parigi occupa un posto di rilievo. A partire dalle prime spedizioni oceanografiche e fino alla sua morte, anno dopo anno, il Principe non mancherà di presentare a tale “parlamento” di scienziati i risultati delle varie campagne. In quanto partecipante attivo e in riconoscimento al suo merito scientifico, il 27 aprile 1891 viene eletto membro corrispondente per la sezione di geografia e di navigazione; poi, il 29 marzo 1909, fatto rarissimo per un Capo di Stato, membro associato straniero. Il Principe, tra l’altro, prenderà parte a una tra le maggiori controversie che hanno scosso l’istituzione, ossia, nel 1910-1911, la candidatura di Marie Curie. La sua socievolezza accademica è proverbiale e mescola nuove relazioni con vecchi collaboratori, tutti uomini di scienze reputati. Quale segno del suo attaccamento all’Institut de France, il Principe indossa spesso l’uniforme anche al di fuori della propria attività accademica e, con testamento, elargisce alla stessa una cospicua somma di denaro destinata a creare un premio che ricompensi le attività scientifiche.
UN’AMICIZIA IMPROBABILE. ALBERT IER DI MONACO E FRANCISCO AFONSO CHAVES, IL FOTOGRAFO DEL MONDO
Francisco Afonso Chaves (1857-1926) fu uno dei più eminenti naturalisti portoghesi. Acculturato, grande viaggiatore e cosmopolita, si interesserà a numerosi ambiti delle scienze naturali e più in particolare alla sismologia, alla vulcanologia e alla meteorologia. Promotore della creazione di un’organizzazione meteorologica internazionale, è stato il primo direttore del servizio meteorologico delle Azzorre. Ma l’uomo fu anche un eccezionale fotografo la cui opera, quasi esclusivamente composta da immagini stereoscopiche, è rimasta sconosciuta fino a poco tempo fa. Il rapporto lavorativo e di amicizia con il Principe Albert Ier (1848-1922) è stato fondamentale in tutte le attività intraprese. Quest’ultimo, infatti, incoraggiando e sostenendo le ricerche scientifiche di Francisco Afonso Chaves, nonché finanziando buona parte dei suoi viaggi, finì per svolgere un ruolo essenziale, anche se indiretto, nella genesi di una delle opere più interessanti nella storia della fotografia portoghese ed europea, al confine tra arte e scienza.
UN PRINCIPE “FRANCESE”. ALBERT I DI MONACO TRA REPUBBLICHE E SECONDO IMPERO FRANCESE
“Un Principe francese”: tralasciando l’espressione, tale designazione mette in luce i legami forti, molteplici e complessi che legarono il Principe Albert Ier di Monaco al Paese dove era nato, dove aveva vissuto e dove aveva lavorato, senza peraltro trascurare la propria presenza nel Principato, al fine di esercitarvi le funzioni di Sovrano. La Francia, seconda patria del Principe, vuol dire prima di tutto Parigi, dove tesse un’importante rete sociale, sia all’interno del mondo politico che di quello scientifico, permettendo alla propria opera di rifulgere ancora di più e facendosi coinvolgere nei fatti dell’epoca. Ed è proprio nella capitale francese che crea le sue due grandi fondazioni, tanto da marcare il territorio grazie alla sua impronta scientifica. Ma le esperienze del Principe non si limitano ad accademie e saloni; esse spaziano piuttosto dalle rive bretoni e normanne, luoghi di partenza delle campagne scientifiche, alle cime pirenaiche, rifugio e terreno di attività all’aria aperta.
IL PRINCIPE E I SUOI VICINI. ELETTI E PREFETTI DELLE ALPI-MARITIME SOTTO IL REGNO DEL PRINCIPE ALBERT I DI MONACO
La storiografia di Alberto I mette facilmente in luce l’uomo delle grandi cause, lo scienziato, l’instancabile apostolo della pace. Questo studio si concentra su l’uomo di Stato attraverso il prisma dei suoi rapporti con il personale repubblicano delle Alpi Marittime, politici e prefetti francesi, che incontra nel corso del suo regno. Dai rapporti protocollari a quelli più personali, hanno tutti una dimensione politica. Perché, lungi dall’allontanarsi dalla gestione locale, Alberto I fu probabilmente il primo principe sovrano a impegnarsi nelle questioni municipali, fino ad allora sconosciuta a Monaco.
IL PRELUDIO DELLA RAPPRESENTAZIONE DELLA SOCIETA CIVILE A MONACO. IL SINDACATO D’INIZIATIVA DEGLI INTERESSI GENERALI
La Belle Époque nel Principato di Monaco coincide con la progressiva emergenza di una problematica afferente alla rappresentazione della società civile, la quale si manifesta attraverso l’aspirazione all’ottenimento dei diritti civici e sociali da parte di cittadini monegaschi “nazionali” e residenti, consci del proprio peso sia demografico che economico, oltre che dell’attenzione esercitata dai propri rispettivi governi. È proprio in un contesto precostituzionale marcato da relazioni franco-italiane talvolta complesse, che nasce il Sindacato d’iniziativa degli interessi generali del Principato (1907-1909). L’organismo, che raggruppava cittadini monegaschi rappresentati da alcuni leader politici, così come da altri rappresentanti delle “colonie” straniere, costituì una forma di esperienza istituzionale consultativa “dittica” e atipica, che il Principe Albert Ier immaginava sufficiente per poter rispondere alle aspirazioni collettive. Tale esperienza, che non soddisferà mai completamente il sovrano, fu soppiantata da una Camera di commercio oltre che da una riorganizzazione della Commissione comunale, coincidente con la prima crisi franco-monegasca dovuta, in parte, all’industria molitoria.
FESTEGGIARE IL PRINCIPE. LE CELEBRAZIONI IN ONORE DELL’INCORONAZIONE DI ALBERT Ier DI MONACO (1889-1890)
Alla morte di Charles III (1818-1889),avvenuta nel settembre 1889, l’erede al trono non è altri che suo figlio Albert, che diventerà Albert Ier di Monaco. Ma colui che sarà chiamato il “Principe navigatore”, vive ormai lontano dal Principato damoltianni.Particolarmente impegnato dalle sue campagne oceanografiche, l’erede al trono ha sofferto delle relazioni,talvolta molto tese, con il padre, a causa soprattutto dell’idillio con Alice de Richelieu. Nel Principato, i monegaschi mormorano, mettendo in dubbio la sua capacità di regnare e federare la popolazione. Riattivazione di un cerimoniale ancestrale e fastoso, le cerimonie per l’incoronazione rappresentano, dunque, peril nuovo Principe l’occasione di ricordare il proprio rango e la propria legittimità; rivendicando il proprio posto nella continuità dinastica, potrà così assicurarsi la fedeltà dei nuovi sudditi.
“SON ALTESSE ROULETTISSIME”. LA CARICATURA DEL PRINCIPE ALBERT Ier DI MONACO
L’epoca del Principe Albert Ier di Monaco coincide con l’epoca d’oro dell’illustrazione satirica. Le curiosità e le militanze del piccolo sovrano, facilmente definito con spirito rabelesiano “picrocolino”, non sfuggono alla caricatura. La stampa, ma anche i disegni e soprattutto le cartoline postali illustrate sono i principali vettori di un’iconografia talvolta feroce. La leggenda nera del Casinò, forgiata da moralizzatori di ogni credo, nutrita dalle stazioni balneari concorrenti, tra cui Nizza, calza perfettamente al maître della Rocca. Visto quale antro di gioco d’azzardo e superficialità, Monte Carlo è ridotta alle sue vittime cadute in rovina e ai loro supposti suicidi. Illustrato ridicolmente mentre tiene un rastrello al posto dello scettro, il sapiente Principe macchietta non è altro, ormai, che un croupier avido di oro e amministratore di un inferno. Il suo impegno a favore di Dreyfus scatena i vignettisti nazionalisti dell’esagono, che lo dipingono come un traditore nei confronti della sua seconda patria e del suo lignaggio. L’anteguerra, il pacifismo e la germanofilia di Albert Ier, deformati, induriscono i contorni di tale ritratto, che spazia dal rinnegato reso ridicolo alla possibile spia.
DALL’OCEANO ALL’OPERA. ALBERT Ier DI MONACO E LA NUMISMATICA
Come la maggioranza dei suoi predecessori fin dal XVII secolo, anche Albert Ier esercita il regale diritto di battere moneta. Al di là di tale necessaria affermazione di sovranità, il Principe favorisce la coniatura di medaglie commemorative destinate a celebrare eventi particolari quali l’inaugurazione del Museo oceanografico o la consacrazione della Cattedrale. Ideate con cura da artisti conosciuti, monete e medaglie sono famose per la loro qualità. Inoltre, in quanto membro onorario della Società belga di numismatica precedentemente alla sua incoronazione, nel 1910 il Principe acquisisce una collezione di monete greche che rappresentano varie specie marine. Ciò dimostra, dunque, il suo sicuro interesse per la numismatica, soprattutto quando il soggetto delle monete si combina alla sua passione per il mare.
“IL BAULE ROSSO” (1907). UN CRIMINE AL CENTRO DELLA MONACO BELLE ÉPOQUE
La faccenda, che ha già riempito le cronache sotto il regno del Principe Albert Ier nell’agosto del 1907, è conosciuta sotto vari appellativi: “affare Goold”, “crimine di Monte Carlo”, affare “del baule insanguinato” o del “baule rosso”, affare della “donna smembrata”, oppure “nuovo affare Gouffé”. Il fatto di cronaca, che ha ispirato tutti i maggiori titoli della stampa internazionale, nazionale e locale, è rivelatore sia di un’epoca (esattamente il contrario di quella che sarà chiamata in seguito “Belle Époque”) che dell’immagine del Principato di Monaco agli inizi del XX secolo. Vari sono i motivi di tale risonanza mediatica e di influsso emotivo sull’opinione pubblica; ne fanno parte la natura del crimine, la correlazione con altri casi (il crimine di Soleilland dello stesso anno), la personalità degli assassini, nonché lo spazio che vi ha occupato il gioco d’azzardo, tanto da rinvigorire la leggenda nera del Casinò di Monte Carlo. Sono, quindi, tre gli argomenti che meritano una certa attenzione: la differenza di trattamento penale tra le varie giurisdizioni, la copertura mediatica, così come il ruolo svolto dal Principe Albert Ier al momento dei fatti. L’articolo si interessa, infine, alla memoria della vicenda, studiandone le riscritture e le varie declinazioni culturali.
MONACO E L’OLIMPISMO SOTTO IL REGNO DI ALBERT I
Dopo che Pierre de Coubertin ottenne il ripristino dei Giochi olimpici, Monaco divenne una delle nazioni rappresentate nel Comitato Olimpico Internazionale. Per lungo tempo, questa rappresentanza fu a carico di un uomo, il conte Gautier-Vignal, grazie alla fiducia instaurata con Coubertin. Tuttavia, bisognerà aspettare il 1920 e iGiochi della VII Olimpiade per vedere la sua traduzione concreta con la prima partecipazione degli atleti monegaschi.
CHRONIQUE BIBLIOGRAPHIQUE